F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





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LA DOLCE VITA
TUTTI A CASA
SPARTACUS
L'UOMO CHE VISSE NEL FUTURO
PSYCO
L'AVVENTURA
LA MASCHERA DEL DEMONIO
AUDACE COLPO DEI SOLITI...
ROCCO E I SUOI FRATELLI
LA CIOCIARA
ADUA E LE COMPAGNE
IL BELL'ANTONIO

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"buon film di fantascienza, moderno per tematiche e per tante altre cose"

 

 

Riuniti gli amici professoroni per renderli partecipi della sua rivoluzionaria invenzione, un uomo non ottiene l'attenzione sperata. Così, sperimenta in prima persona la macchina del tempo appena inventata. Inizialmente si sposta di pochi anni nel futuro, ma presaci la mano, si inoltra in un futuro inimmaginabile... Dal romanzo di H. J. Wells, "L'Uomo che Visse nel Futuro" ("The Time Machine") rappresenta un buon film di fantascienza uscito all'alba del decennio che segna la fine con quella sci-fi anni '50 che l'aveva fatta sin lì da padrone. La sottile ironia che sta alla base del romanzo e che bene viene restituito nella sua trasposizione per il grande schermo è che il suo protagonista è incompreso nella sua epoca quanto lo sarà (almeno inizialmente) nel futuro. Tanto la storia quanto il film sono disseminati di elementi che oggi in rete fanno un gran parlare: nel futuro troviamo una razza ariana (costituita da soggetti biondi con gli occhi azzurri) che vive in una sorta di Eden all'ombra di statue di chiara ascendenza egizia (curioso, dato che la cultura moderna si sarebbe persa nei tempi) con "anelli che parlano" (al pari di un Oracolo di Delphi) e sirene che inducono azioni involontarie ai soggetti da queste "condizionati". Se poi realizziamo come questa progenie si chiami "Eloi" (Elhoim?) allora concluderemo che non è solo facile associazione di idee. Lo scontro sotterraneo con i "Morloch" è sì ai confini del trash, che tuttavia la regia riesce miracolosamente ad evitare. Eccezionale è poi la partitura musicale che parrebbe quasi di un John Williams ante litteram, moderna al punto che pure Alan Silvestri l'avrebbe poi citata in quella di "Ritorno al Futuro". Va detto che la trilogia di Zemeckis non sarebbe mai esistita senza questo film, antesignano e vero e proprio spartiacque del genere. Uso del colore a tratti baviano/polselliano, e grande sfarzo nelle scenografie di cartone, ben più suggestive dell'odierno 3D! [FB]

 

[THE TIME MACHINE] DI G. PAL, CON R. TAYLOR E A. YOUNG, FANTASCIENZA, UK, 1960, 103', 1.85:1