F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





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LA DOLCE VITA
TUTTI A CASA
SPARTACUS
L'UOMO CHE VISSE NEL FUTURO
PSYCO
L'AVVENTURA
LA MASCHERA DEL DEMONIO
AUDACE COLPO DEI SOLITI...
ROCCO E I SUOI FRATELLI
LA CIOCIARA
ADUA E LE COMPAGNE
IL BELL'ANTONIO

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
     

 

Due secoli prima, Asa, una crudele strega, viene giustiziata attraverso una maschera conficcatale nella carne viva: durante il supplizio, scaglierà una terribile maledizione che inizierà ad adempiersi dopo la casuale profanazione della sua tomba da parte di due sprovveduti. Servendosi di schiavi al motto di "sarai morto nella vita ma vivo nella morte", lentamente, torna ad operare le scienze occulte ma il suo scopo principale è quello di impossessarsi del corpo di una bella contessa, identica a lei e diretta discendente dei suoi aguzzini. Carrellata sui topoi del genere: enormi pipistrelli, cimiteri sconsacrati (con scena di resurrezione annessa) passaggi segreti dietro ai caminetti, trabocchetti vari, per quello che viene in maniera unanime considerato il più celebre film di Bava, nonché il suo capolavoro. Tutta la prima parte è difatti notevole, soprattutto per le atmosfere che sapientemente riesce a intessere ed alcune trovate genuinamente impressionanti: stupendi il prologo da Notte di Valpurga, la meccanica che vede rompersi il sigillo che aveva impedito per duemila anni il compiersi della vendetta, la plateale entrata in scena della strega stessa (il sarcofago esplode!). Purtroppo la regia di Maria Bava inizia poi ad inciampare nelle solite ingenuità caratterizzanti il filone gotico tutto, infarcendo la storia del solito romanticismo manierato e smielato. Barbara Steele, icona del genere, nel duplice ruolo della strega (con il viso bucherellato) e della contessa: ora terrorizzante altrove terrorizzata. Il plauso incondizionato va però agli autori delle scenografie e ai maestri dell'illuminazione che con pochi accorgimenti riescono a ricreare un'atmosfera unica, da far sfigurare al suo confronto quella della premiata factory inglese "Hammer". Argento, debitore dell'opera di Bava in più di un'inquadratura (la porta che si apre sbattendo è clonata in "Suspiria") tanto da omaggiarlo apertamente nella locandina di "Inferno". [FB]

 

DI M. BAVA, CON B. STEELE, A. CHECCHI E I. GARRANI, HORROR, ITALIA, 1960, 84', 2.35:1