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LA DOLCE VITA
TUTTI A CASA
SPARTACUS
L'UOMO CHE VISSE NEL FUTURO
PSYCO
L'AVVENTURA
LA MASCHERA DEL DEMONIO
AUDACE COLPO DEI SOLITI...
ROCCO E I SUOI FRATELLI
LA CIOCIARA
ADUA E LE COMPAGNE
IL BELL'ANTONIO

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"opera imperfetta, ma immortale"

 

 

Un giornalista, aspirante scrittore, si lascia vivere in una Roma sospesa tra i fasti del passato e la frivolezza del presente, facendo esperienze: l'incontro con la diva svedese, i bambini che dicono di vedere la Madonna, l'amico mentore e la sua famiglia, il conflitto con l'eterna fidanzata che lo ama più di quanto lui ami sé stesso, i nobili e la fiera delle vanità. Perderà anche l'ultimo residuo di ideale, perdendosi per sempre... Federico Fellini ormai (siamo nel '60) gira meglio degli americani, abbraccia il formato panoramico per la prima (e ultima) volta, e firma con "La Dolce Vita" uno dei carichi da novanta della storia del cinema, epocale sin dal titolo, tale da entrare nel lessico italiano, e non solo. L'Italia con il mito dell'America e delle sue effimere creature è sviscerato e messo sulla graticola. E così la fede credulona tipicamente italiana. La spettacolarizzazione dei miracoli (l'Italia delle Madonne che piangono: ci crederemo solo quando le vedremo ridere) con i marmocchi che si prendono manifestamente giuoco della folla di creduloni e dei mass media che hanno allestito un set degno di Hollywood, dell'aspirante moglie che gli fa da mamma ("mangia la banana!") e fa un voto non accorgendosi della presa in giro, con le piccole pesti che corrono da una parte all'altra ridacchiando sotto una pioggia scrosciante. Lui, il protagonista, in fondo la disprezza, e rincorre il filo dell'utopia della purezza incarnata dall'ultima angelicata apparizione sulla spiaggia. E non da ultimo, il mito per "Steiner": modello di vita per "Marcello" nella sua casa affollata di sedicenti intellettuali forieri del nulla, modello ideale di una famiglia che non avrà mai perché considera "già sua" (quadro famigliare citato da Moretti). Al di la della portata "storica" di quest'opera, la prima parte (90 meravigliosi minuti) è nettamente superiore alla seconda, che tende a farsi un po' prolissa. Un'opera imperfetta, ma immortale. [FB]

 

DI F. FELLINI, CON M. MASTROIANNNI, A. AIMéE E A. EKBERG, COMMEDIA, ITA, 1960, 173', 2.35:1