F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





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IL COMMISSARIO PEPE
PRENDI I SOLDI E SCAPPA
BUTCH CASSIDY
SATYRICON
DILLINGER è MORTO
TOPAZ

AL SERVIZIO DI SUA MAESTà
IL MUCCHIO SELVAGGIO
UN UOMO DA MARCIAPIEDE

QUEIMADA
LA CADUTA DEGLI DEI
EASY RIDER

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"thriller che si ibrida con il genere spionistico, pur non brillando in ritmo e coinvolgimento"

 

 

Marsiglia. Donna sposata con alcuni traumi non superati legati all'infanzia, attende il marito aviatore a casa quand'è assalita e violentata da un bruto che ha però la peggio. Lei commette la stupidaggine di occultare il corpo e un omicidio per legittima difesa si straforma così per la vittima della violenza nello spauracchio di una legge ottusa che ci metterebbe poco a fare di lei il vero carnefice. L'indomani, ad una festa, si vedrà intanto formulare la domanda diretta da un misterioso baffone comparso dal nulla: "perché l'ha ucciso?"... Costui ha il sorriso sornione di un ambiguo Charles Bronson, mentre Gabriele Tinti è il marito geloso e irascibile della protagonista Marlene Jobert che il primo chiamerà con il curioso vezzeggiativo di "Love-Love". Musichette mielose del solito Francis Lai, autore di nenie insopportabili sin dai tempi di "Love Story". "L'Uomo Venuto dalla Pioggia" è il terzo film di genere thriller partorito dal René Clement dei notevoli  DELITTO IN PIENO SOLE   e  CRISANTEMI PER UN DELITTO   e si traduce nel gioco del gatto (Bronson, c'è bisogno di specificarlo?) con il topo (la protagonista che sostituisce infantilmente le parolacce con "piffero" dirà all'altro: "ha combinato tutto lei, con quel suo sporco sorriso da gatto!") che per buona parte regge l'impianto di un film che si pone a metà strada tra il thriller e il dramma psicologico, per ibridarsi con il genere spionistico. Ed è questa la parte meno convincente di questo lavoro, poco credibile per quanto poi [EVIDENZIA LO SPOILER] non si riveli altro che uno stupido qui pro quo. "Le Passegier de la Pluie" (questo, il titolo originale) diventa poi addirittura estenuato in un finale che pare non trovare risoluzione, ma nel compenso si lascia seguire pur non brillando in ritmo e coinvolgimento emotivo. Simpatico il tormentone della noce scagliata contro il vetro  della finestra: "se il vetro si rompe, è vero amore!". [FB]

 

[LE PASSEGIER DE LA PLUIE] DI R. CLEMENT, CON M. JOBERT, C. BRONSON, THRILLER, FRA, 1969, 112', 1.85:1