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IL COMMISSARIO PEPE
PRENDI I SOLDI E SCAPPA
BUTCH CASSIDY
SATYRICON
DILLINGER è MORTO
TOPAZ

AL SERVIZIO DI SUA MAESTà
IL MUCCHIO SELVAGGIO
UN UOMO DA MARCIAPIEDE

QUEIMADA
LA CADUTA DEGLI DEI
EASY RIDER

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"Antonioni ha fatto un'altra vittima: Marco Ferreri"

 

 

Industriale, al suo rientro a casa, trova la moglie sprofondata nel sonno ammorbata dal sonnifero, e la cena fredda. Indeciso se cucinare ex novo, legge casualmente su un giornale che avvolgeva una vecchia rivoltella, la notizia della morte di Dillinger: celebre fuorilegge, maestro nelle evasioni carcerarie. Passerà il restante tempo a lubrificare l'arma, rimettendola a posto, in grado di sparare, con la stessa dovizia con la quale si cucinerebbe un pranzo da gourmet, con in sottofondo la radio, la tv, vecchi filmini delle vacanze in super 8... "Dillinger è Morto" è praticamente un one-man-show, con Michel Piccoli quasi padrone assoluto della scena; poco spazio avranno infatti la Pallenberg e una Annie Girardot (ovviamente imbruttita) nel ruolo della domestica. Si parte dalla "mimesi nella quale è portato a vivere l'uomo contemporaneo, l'indossare una "maschera" per sopravvivere... in questo contesto, la vecchia alienazione non è possibile: il soggetto in questione viene inghiottito dalla sua esistenza alineata...", e già si palesa lo spauracchio della mastite. Mattone di discreto consistenza, il film di Marco Ferreri risente dell'influenza (di) Antonioni, che così miete un'altra vittima. La godibilità del grottesco elevato all'ennesima potenza dei vecchi lavori, alludo alla felice ridondanza de  L'APE REGINA  e soprattutto quel capolavoro di cattiveria che è  LA DONNA SCIMMIA  Antonioni ha fatto un'altra vittima: in terra troviamo un Ferreri dadaista! Almeno avesse scelto la via bunuelliana surrealista, ne avremmo giovato di più, mentre qui resta poco nella memoria oltre la sequenza che vede il protagonista "nuotare" con sovraimpresso il filmino delle crocere. Cosa sono in fondo le ombre cinesi? Masturbazione d'autore o provocazione intellettuale? Se la ricostruzione dell'eterno presente procede per tasselli di un puzzle (l'insensatezza d'un menage logoro) il finale è un'evasione incruenta e salvifica, pure per lo spettatore! [FB]

 

DI M. FERRERI, CON M. PICCOLI, A. GIRARDOT, A. PALLENBERG, DRAMMATICO, ITALIA, 1969, 91', 1.33:1