F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





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COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"in Paul Thomas Anderson, anche nel registro leggero, la cifra stilistica è resa intatta"

 

 

Titolare di una impresa di spedizioni, ancora ostaggio delle sette sorelle maggiori, conosce il colpo di fulmine con una romanticona svampita. Dovrà prima tamponare alcune falle causate dalle sue maldestre azioni... Paul Thomas Anderson è forse l'unico cineasta vivente in grado di prendere il posto di Stanley Kubrick. Questo, perché quando un regista opta per un registro "leggero" e sforna un film come "Ubriaco d'Amore" (titolo italiano orribile) dove la cifra stilistica è resa intatta e il rispetto per lo spettatore viene prima di tutto, allora davvero non c'è nulla da obiettare. Rielaborare la commedia brillante anni '50, attualizzandola, era un gioco che prima era riuscito solo a Michel Gondry. Kubrickiana nel midollo è la prima folgorante inquadratura, che contestualizza il microcosmo del protagonista in una sorta di dimensione aliena e inevitabilmente alienante per lui. Anderson ha in più dalla sua un umorismo assai meno freddo di quello del Maestro e si riderà di gusto assistendo alle grottesche disavventure di un Adam Sandler in stato di grazia, perfetto nella parte dello yuppie fuori contesto, disadattato, represso, inguaribilmente pasticcione. Stranezze che passeranno in cavalleria al vaglio dello sguardo innamorato/stralunato di Emily Watson, contrapposta a un'idra a sette teste, il protagonista non potrà che cercare in questa protezione. Philip Seymour Hoffman, attore feticcio del regista, in un'inedita versione "muscolare": ottimo complemento a suggello dell'affiatato duo. Archiviata la fase più scorsesiana, Paul Thomas Anderson sembra già molto più maturo e conscio dei propri mezzi, ma occorreranno ben 5 anni per dargli modo di regalarci con  IL PETROLIERE  il primo vero capolavoro. Musiche tra lo sperimentale e il romantico-buffo dell'ottimo Jon Brion, dissolvenze, sovraimpressioni e titoli di coda caleidoscopici. Vincitore del Premio per la Regia al Festival di Cannes. [FB]

 

[PUNCH-DRUNK LOVE] di P. T. ANDERSON, CON A. SANDLER, E. WATSON, COMMEDIA, USA, 2002, 90', 2.35:1