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LE DUE TORRI
BUBBA HO-TEP
MINORITY REPORT

HERO
L'UOMO SENZA PASSATO
HULK

L'ATTACCO DEI CLONI
SPIDERmAN
IL POPOLO MIGRATORE
8 DONNE E UN MISTERO
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COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"pur nelle limitazioni produttive, Raimi filtra il cinecomics attraverso uno sguardo cinefilo maturo"

 

 

Un ragazzo impacciatissimo riceve un potere speciale, ma anche così si vede sfilare via la tipa che gli spiace dal suo migliore amico. Inoltre, il padre di questi, scienziato geniale, perde la ragione e indossa la super corazza di sua invenzione e minaccia la sicurezza nazionale. Diventato ufficialmente "L'Uomo Ragno", il primo acquista, complice un lutto in famiglia, la consapevolezza di diventare il paladino della città... Prendiamo il primo scontro tra eroe e villain, e nel villain stesso: c'è ancora troppo influsso di Tim Burton in questo primo "Spiderman". Può una sola sequenza inficiare in parte la riuscita di un buon film? Sì. Succede -ahimé- in questa prima incursione Marvel dell'ottimo Sam Raimi: alludo alla scena del wrestling, d'una stupidità inaudita anche per un film tratto da un fumetto. Se la computer grafica non è ancora prontissima per le prodezze del ragazzo in calzamaglia, il lavoro è comunque di alto profilo. Il cineasta, forte del bagaglio di vero amante del cinema, non si limita a citare ma filtra il cinecomics attraverso uno sguardo cinefilo maturo. Si prenda la scena d'amore tra Mary Jane (la Dunst pre-von Triar) e l'eroe ripresa sotto una pioggia nera, in un vicolo lercio, dove i due si baciano, "ribaltati". Pur nelle limitazioni imposte dalla produzione che gli darà i miliardi ma non carta bianca (le canzone solite, con tanto di cantanti su palco, tanto per vedere due dischi in più) il buon Sam ce la fa e porta a casa il compito, accontentando non solo i fan del fumetto (salvo quelli per cui "Tobey Maguire, no!" e "il costume di Goblin, no!). Per emozionare realmente senza alcun difetto di forma, occorrerà attendere il prossimo turno, quello  SPIDERmAN 2  dove il concetto di cine-fumetto sposerà perfettamente il cinema alto, trovando in Alfred Molina un villain meno carico e verosimile del "Goblin" di Willem Dafoe. "La calunnia è verbale, giornalisticamente è diffamazione!". [FB]

 

[ID] di S. RAIMI, CON T. MAGUIRE, K. DUNST E W. DAFOE, AZIONE, USA, 2002, 121', 1.85:1