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T R A I L E R

   
 

"tolti gli eccessi, un cultone"

 

 

L'attrice Joan Crawford, impossibilitata ad avere figli naturali, ne adotta due. Manifesta presto un rapporto a dir poco conflittuale con la figlia: folle gelosia, ma soprattutto come valvola di sfogo delle sue frustrazioni... "Mammina Cara" vinse i Razzies e ricordo bene che era uno stracult del caro Morelli, annoverato tra i "film talmente brutti da essere ad un passo dal sublime". In realtà si tratta di un biopic piuttosto tradizionale, sempre fermandosi un passo... prima della performance dui Faye Dunaway. Ora, rivisto oggi sembra quasi di vedervi una sorta di madre di  CARRIE  senza i filtri e paletti che un bravo regista saprebbe imporre all'interpretazione di un'attrice. Non che si ride come disse il buon Pippo, ma ci si va vicino. In ogni caso la Dunaway ci crede, e ci crede davvero tanto ma eccedende si pone fuori dalla zona-Oscar (al quale, non esagero, avrebbe potuto ambire) posizionandosi in zona-Razzies. Non so se mi sono spiegato. In ogni modo è la storia del rapporto della diva della vecchia Hollywood Joan Crawford con la figlia adottiva, la quale scrisse un libro di memorie sulla genetrice invelenita in primis dal fatto di essere stata estromessa (assieme al fratellastro, pure adottivo) dal testamento. La vendetta è un piatto che va consumato freddo, in questo caso ad esequie avvenute. Scontato perciò che si sia calcata la mano a descrivere i presunti scatti di violenza
incontrollata della Crawford, più attinenti alle malattie mentali che al brutto carattere. Indimenticabili quelli che vedono la diva dare in escandescenza armata di forbici prima a dare un taglio ai vezzosi capelli della figlioletta ancora bambina (descritta come un cherubino anche da grande) rea di averla "scimmiottata", e ancor più quello della mattana nel roseto: sanguinante e in preda ad un raptus delirante. Per chi si appassiona al genere del "cinema che parla del cinema" è quasi un cultone. Tolti gli eccessi. [FB]

 

[ID] di F. PERRY, CON F. DUNAWAY, D. SCARWID, M. ROBEL, DRAMMATICO, USA, 1981, 121', 1.85:1