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I PREDATORI DELL'ARCA...
LUPO MANNARO AMERICANO
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FANTASMA D'AMORE

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"il capolavoro di Landis e semplicemente: il più bel film sulla licantropia mai fatto"

 

 

Due ragazzi americani si perdono nella brughiera e incontrano il loro destino: uno finisce tra le fauci di quello che parrebbe un grosso lupo, l'altro se la cava con qualche ferita. Sfortunatamente per lui, ora è "segnato"... John Landis firma con "Un Lupo Mannaro Americano a Londra" il suo capolavoro, e non solo il miglior film sulla licantropia, ma anche la miglior commistione tra horror e commedia mai girata nel primo secolo di cinema. Da un assunto che parrebbe solamente omaggiare il bel cinema gotico che fu (sposta infatti l'azione dall'America alla ben più misterica Inghilterra, terra foriera di mastini di Baskerville e altre belve ancor più arcaiche) infila una sequenza di scene indimenticabili: l'uso della steady cam ad un anno di distanza dal suo esordio cinematografico (Kubrick) vede il suo secondo miglior impiego nell'inseguimento nella metropolitana (l'uso di lenti deformanti e grandangoli creano ancor più straniamento). E poi l'ultimo incontro con l'amico ormai decomposto (ma sempre ridanciano) e i non-morti nel cinemino porno (dagli irresistibili dialoghi) il magistrale finale apocalittico a Picadilly Circus, and many more. Interpreti magnifici (Griffin Dunne e David Naughton, ma anche l'Alex/Jenny Agutter che pur non essendo una top model ha un volto magnetico che non si dimentica ed è protagonista di una bollente scena di sesso) affiancati a figure di rincalzo comunque sempre adeguate (la strana coppia di agenti, il medico). Effetti di Rick Barker da oscar: con mutazioni a vista la cui artigianalità, il sapiente Landis (padrone assoluto del mezzo) sopperisce con grandissima intelligenza. La commedia (o meglio sarebbe definirlo, come l'aspetto ironico) elabora cliché (l'uomo nudo in città, che Landis abbia voluto omaggiare. "Un Americano a Roma" sin dal titolo?) ma Landis non dimentica la tragicità della figura dell'uomo lupo (da Chaney a Reed) piazzando un finale drammatico, asciutto, perfetto. [FB]

 

[AN AMERICAN WEREWOLF IN LONDON] di J. LANDIS, CON D. NAUGHTON, GROTTESCO, USA, 1981, 97', 1.85:1