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FANTASMA D'AMORE

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
     

 

Spedizione punitiva nella Luisiana degli anni '30 sulle orme di Salem; cinquant'anni dopo, il passato ritorna. Miglior Fulci? Figuriamoci, "L'Aldilā" č un titolo pienamente in linea con gli altri orrori di film dell'italiano col pallino degli zombi e il complesso del "volevo essere Dario Argento", i cui unici lavori accettabili sono rintracciabili nei thriller "Sette Note in Nero" e "Non si sevizia un paperino". Dopo un felice preambolo, "L'Aldilā" diventa null'altro che il solito pretesto per fare a pezzi i pupazzi assemblati da Giannetto de Rossi, in un tripudio di occhi infilzati, lingue mozzate, teste scannate, carni vilipese. Insistere con la cinepresa troppo tempo su effetti artigianali rimediati per lo pių al mercato non aiuta, cosė come un montaggio alternato che vede tarantole vere (da National Geographic) alternate ad altre in gomma tirate con il filo, vanifica ogni benevola sospensione dell'incredulitā. Quest'opera dell'81, altro non č poi che un remake apocrifo dell'Inferno (1980) del Darione, dal quale si ispira per trama (dimore maledette che aprono le porte all'Ade), per attori (c'č proprio "Mater Tenebrarum" in un ruolo-cammeo), per una colonna sonora che non disdegna le dissonanze di un pianoforte e lunghi pedali di archi (Fabio Frizzi merita la Palma del peggiore autore di musica per film dell'orrore: ogni qualvolta subentri un suo intervento, qualunque scena abbia racimolato un po' di tensione, scivola subito nel grottesco), per spunti e plagi disseminati qua e la (il libro, l'antiquario), senza tirare in ballo sequenze "liberamente tratte" come l'assalto delle tarantole (in "Inferno" erano i topi) che bellamente si mangiano Michele Mirabella (rido ancora) che dopo aver perso occhi, orecchi, e chissā cos'altro, senza essersi minimamente lamentato (!), si vede strappar via la lingua, esclamando: "Ahō!?". E l'unica figura esteticamente interessante della "cieca", č gestita male e sfruttata peggio. [FB]

 

di L. FULCI, CON V. LAZAR, C. MCCOLL E C. MONREALE,  HORROR, ITALIA, 1981, 86', 2.35:1, VOTO: 4