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MAMMA ROMA

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"a metà tra j'accuse pasoliniano e post neo-realismo, meno mattone del solito grazie alla Magnani"

 

 

Con un passato da passeggiatrice e un presente sui mercati come fruttarola, una "quarantatreina" vedova è legatissima all'unico figlio: borgataro con lei nella periferia difficile della Capitale. Il bel proposito di lasciarsi definitivamente il passato alle spalle alle nozze del giovane mantenuto che l'aveva a lungo tempo legata al marciapiede, è vanificato dal ritorno di un passato che sembra non volerne sapere di abbandonare "i vinti"... "All'età tua, l'unica donna che puoi avere è tua madre!" dice un'accorata Anna Magnani al figlio Ettore Garofolo, nome dell'attore mantenuto nella finzione filmica. La presenza e l'uso massiccio di volti presi dalla strada pone "Mamma Roma" (il nome deriva dal soprannome della prostituta di lungo corso nelle periferie romane) a metà strada tra un classico j'accuse pasoliniano e una pellicola post neo-realista, fornendo così un ibrido che risulta per lo spettaore  un "mattone" più leggero (a scrivere non è certo un grande fan dell'autore-poeta: più a suo agio nella pagina scritta e come intellettuali fuori dal coro che dietro la mdp). Un lavoro perciò meno acerbo del solito, secondo gli standard di Pier Paolo Pasolini, che mantiene però certi limiti insiti anche solo nel fatto che porre a confronto un'attrice gigantesca come la Magnani e "figure comuni", non professioniste, pone ancor più in evidenza il divario tra loro. La sceneggiatura s'inventa digressioni grauite e ininfluenti sulla storia in sé, quali la truffa organizzata con la complicità di "Biancofiore" (una ex collega) e del suo protettore ai danni di uno sprovveduto e al fine di alleggerirgli il portafogli. Restano invece credibili le "manovre" di una madre per cercare di allontanare dalla brutta china, un figlio che invece pare esserne destinato. Meno convincente un finale dove il regista cita il Cristo del Mantegna scandendo (com'era ovvio) nel melodramma, fornendo alla Magnani l'occasione per sfoggiare la maschera drammatica. [FB]

 

DI P. P. PASOLINI, CON A. MAGNANI, E. GAROFOLO, F. CITTI, DRAMMATICO, ITALIA, 1962, 105', 1.85:1