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T R A I L E R

   
     

 

Il Mike yankee di "Genius" e un piccolo concorrente usato da un genitore insensibile, un videopredicatore del sesso maschile (misogino), un poliziotto buono, una cocainomane, un infermiere premuroso e un inacidito vecchio miliardario morente, la sua compagna sull'orlo di una crisi di nervi, un ex genio dei telequiz. E un disperato bisogno d'amore un po' di tutti. Sinfonia in tre tempi: tre ore di durata. Ad un imponente "Allegro con Brio" segue un "Adagio Mesto" e una rapida capitolazione annunciata dal celeberrimo temporale di rane. Nel '99, Paul Thomas Anderson, dopo il più compatto "Boogie Nights" (biografia apocrifa di John Holmes), metteva in piedi questo affresco corale sulla possibilità del riscatto contro i giochi beffardi del destino. Ma "Dio non vede e provvede" e Manzoni è da archiviare in qualche scatolone, sepolto sotto la polvere assieme ai vecchi testi scolastici: la possibilità di rivalsa è solo nostra e il nostro futuro ce lo scegliamo noi. Il film è costruito "a mosaico" rifacendosi simbolicamente appunto alla pianta dai fiori intrecciati del titolo. Se il primo tempo ricorda lo Scorsese di "Casinò" (colonna sonora -pur pregevolissima- onnipresente; frenetici movimenti di macchina e carrelli vorticosi) la mestizia della parte centrale appesantisce la narrazione e il finale ci consegna davvero troppi punti irrisolti. Il senso della "filastrocca rap" mi sfugge e così il delitto dell'armadio, che resta insoluto, marginale. Si segnalano positivamente l'ottima prova di Tom Cruise, così convincente solo nell'epitaffio di Kubrick e la sempre volenterosa Julianne Moore, così come gli efficaci caratteristi William H.Macy e Philip Seymour Hoffman in ruoli neppure marginali. E soprattutto l'innegabile talento registico dell'Anderson, capace di catturarti con la potenza di immagini bellissime, capaci di emozionare e commuovere. [FB]

 

[ID] di P. T. ANDERSON, CON T. CRUISE, J. MOORE E P.S. HOFFMAN, DRAMMA, USA, 2000, 160', 2.35:1, VOTO: 9