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QUATTRO MOSCHE DI VELLUTO..
LA TARANTOLA DAL VENTRE...
UNA LUCERTOLA CON LA PELLE..
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LO STRANO VIZIO DELLA...
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UNA FARFALLA CON LE ALI...
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THRILLER

T R A I L E R

   
 

"qualche buco logico e taluni momenti irrisolti sono bilanciati da sequenze che restano impresse"

 

 

In molti iniziano a riservare attenzioni, anche morbose, verso la "signora Wardh", giunta da poco in Austria con il marito, sposato più per cercare protezione che altro, che la trascura perché assorbito dal lavoro. Dapprima apprende di un maniaco che uccide giovani donne a rasoiate, poi inizia a ricevere omaggi floreali e messaggi dallo spasimante che un tempo le aveva usato violenza iniziandola ad una sottile forma di masochismo, infine è ricattata da un anonimo al telefono a causa della relazione iniziata con un playboy... Amo il genere thriller perché -come per tutte le passioni che condivido- seguo con maggior interesse una storia che non immagino come andrà a finire, adoro l'imprevedibilità e anche nella musica cerco sempre di andare verso questa direzione: destinazione ignoto. "Lo Strano Vizio della Signora Wardh", titolo  nostrano ammiccante ma in parte fuorviante e venerato dal Quentin Tarantino che l'ha citato in "Kill Bill" rientra a pieno titolo nella categoria. Sergio Martino, che farà la fortuna con le sexy-eroine con la mania per le docce trova qui la sua musa: la burrosa, giovanissima Edwige Fenech, perfetta icona sempre disponibile a farsi spogliare in ogni occasione. Qualche buco logico e taluni momenti irrisolti sono bilanciati da sequenze che restano impresse: il flashback con la scena di sesso tra le schegge di vetro, l'omicidio nel parco analogo a quello di "Quattro Mosche" (chissà chi è venuto prima? fatto sta che il look dell'assassino guantato e griffato-pelle verrà riutilizzato dal Darione) ma soprattutto la celebre scena ambientata nel parcheggio sotterraneo. Nello stile di Martino si colloca il cambio di location a 2/3 con lo spostamento della vicenda e dei protagonisti nell'assolata Spagna, preparando il bel finale che vira per qualche istante persino all'horror. Bello il leitmotiv, stranamente non di Morricone ma di Nora Orlandi. Lavoro stilizzato ma affascinante. [FB]

 

di S. MARTINO, CON E. FENECH, G. HILTON, C. AIROLDI E M. GILL,  THRILLER, ITA, 1971, 98', 2.35:1