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T R A I L E R

   
 

"una sceneggiatura articolata, un colpo di scena, un finale beffardo per l'opera migliore di Freda"

 

 

Dedito all'hobby delle sedute spiritiche, un uomo semi-infermo e affetto dal mal di vivere è sposato ad una bella e giovane donna e curato dal medico personale. In realtà i due hanno una relazione e da bravi amanti diabolici, una notte, lo avvelenano con il curaro. Sfortunatamente per loro l'ultimo testamento redatto lascia alla consorte solo la grande villa a patto che vi conservi alle dipendenze la domestica e devolve alla chiesa il resto. Si punta alla cassaforte ma la chiave non si trova e spinge prima lui e poi lei a profanare il sepolcro... Girato pare in soli dodici giorni, questo gotico all'italiana firmato da Riccardo Freda ancora internazionalizzato dallo pseudonimo di Robert Hampton si giova di un ritmo che -pur non essendo certo il punto forte del regista- si dimostra più sostenuto del lavoro precedente favorito poi da una sceneggiatura ben più articolata pur non esente del tutto dalle ovvie ingenuità. Per quale motivo ad esempio il personaggio della Steele, ovvero "la signora Hichcock" (strasic!) ferma il gesto estremo dell'odiato marito ("il dottor Hichcock", of course!) se in cuor suo coltiva il fine di vederlo morto? Mistero. Al netto di tutto questo "Lo Spettro" conta tuttavia di alcuni momenti efficaci come le sequenze che vedono le apparizioni del redivivo, la seconda e terza discesa nella tomba, le gocce di sangue dal soffitto, le possessioni della domestica e soprattutto il sanguinosissimo omicidio con il rasoio. Giungendo poi a quel finale beffardo, conseguente all'inatteso colpo di scena, potremo tranquillamente concludere come sia questa l'opera migliore di Riccardo Freda, vicina negli esiti ai capisaldi gotici del collega e amico Mario Bava. Bello il tema del carillon e leitmotiv della pellicola. Nella parte del reverendo Owen che oltre a beneficiare ufficialmente dell'eredità si prende ancora il lusso di fare la morale alla risoluta vedova: l'Umberto Raho che ritroveremo nel celebrato esordio giallo del Darione nazionale. [FB]

 

DI R. FREDA, CON B. STEELE, P. BALDWIN, L. G. ELLIOT, H. WHITE, HORROR, ITALIA, 1963, 93', 1.66:1