F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





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ANTROPOPHAGUS
BUIO OMEGA

ZOMBI 2
PAURA NELLA CITTà DEI...
QUELLA VILLA ACCANTO AL...
NON AVERE PAURA DEL BUIO
IL DELITTO DEL DIAVOLO
LA VENDETTA DEI MORTI...
QUEL MOTEL VICINO ALLA...
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COCENTI DELUSIONI

T R A I L E R

   
     

 

C'è che bisogna trovare la tomba di un prete, al secolo "padre Thomas", perché sennò i morti resuscitano. Peccato che il "dottor" Thomas, già non sia in sede... "Paura della Città dei Morti Viventi" è un film la cui inutilità si riassume in una scena: il padre di una ragazza appreso che la figlia sta con un ritardato, lo bracca e quest'ultimo -alla ricerca di un posto sicuro- si rifugia prima sulla macchina nel garage dell'abitazione di lei (!) e d'istinto si darebbe poi alla macchia se il padre furibondo non lo afferrasse apostrofandolo con il classicissimo "brutto porco!", afferrandolo per il capo per affondargli la punta rotante di un trapano elettrico!!! E che dire del "temporale di vermi" (after "Suspiria") sulla bonissima Janet Agren che vomita e l'Antonellina Interlenghi con scritto in faccia: "che se fa pe' campà". E dello zombie-saltatore che piomba giù da una recinzione con un carpiato in avanti in stile black-explotion?! Non posso credere che il regista sia lo stesso di "Sette Note in Nero". Mettiamola così: se ti occupi di horror, a un certo punto della tua più o meno onorata carriera, impazzirai. Succede. E' accaduto a Dario Argento. Accade a Fulci e lo spettacolo provoca sbadiglioni quando non suscita ilarità per una messinscena farsesca e miserabile: morti putrescenti ma dagli occhi vispi, prelati malefici che compaiono e scompaiono in un battito di ciglia (trovata reiterata più volte naturalmente dall'effetto comico assicurato), sceneggiatura da mani nei capelli, anzi da mani nel cervello (il truccatore ha inventato i crani scoperchiati facendo la gioia del bimbo nel regista), direzione cast da manicomio: si salva la Interlenghi, quasi-sepolta viva (unica scena azzeccata, omaggiata dal Tarantino di "Kill Bill"). Capitolazione alla hellzappopping con zombi che bruciano ovunque e controfinale enigmatico: perché i sopravvissuti urlano quanto il solito bambino col caschetto gli va incontro? Solo perché è brutto e somiglia a Klaus Kinski?! [FB]

 

di L. FULCI, CON A. INTERLENGHI, C. DE MEJO E J. AGREN, HORROR, ITALIA, 1980, 90', 1.85:1, VOTO: 2