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2001 ODISSEA NELLO SPAZIO
HOLLYWOOD PARTY
STRAZIAMI MA DI BACI...
VIP MIO FRATELLO...
ROSEMARY'S BABY
LA NOTTE DEI MORTI VIVENTI

LA SPOSA IN NERO
IL PIANETA DELLE SCIMMIE
C'ERA UNA VOLTA IL WEST

RIUSCIRANNO I NOSTRI EROI
IL MEDICO DELLA MUTUA
TEOREMA

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
     

 

Buio assoluto, alba dell'uomo, viaggio e odissea per una risposta alla domanda assoluta: chi siamo? Trattato filosofico più che "film di fantascienza", pellicola fondamentale della storia del cinema, elevato ad opera d'arte. Basterebbe la sola celeberrima sequenza della parabola tracciata dall'osso lanciato in aria che diventa un'astronave coprendo l'intero arco evolutivo dell'umanità ad esprimervi tutta il suo titanismo. L'uomo, che sembra già dominare lo spazio, sta per rendersi conto della sua insignificanza rispetto all'infinito universale. Stanley Kubrick, parte dal romanzo breve di Arthur Clarke e su basi scientifiche mette una pietra tombale sulla fantascienza come la si era intesa sino a quel punto al cinema, una stele funeraria che ha le dimensioni e l'aspetto levigato di un gigantesco monolito nero. Lo stesso, rinvenuto in un cratere lunare a emettere segnali radio che condurranno l'ufficiale interpretato da Dullea attraverso il sistema solare, sino a Giove ed oltre l'infinito. La non-risposta che troverà alla sua domanda, sarà esaustiva ed enigmatica allo stesso tempo. Kubrick che aveva commissionato a Alex North (autore dello score del precedente "Spartacus") una partitura originale, la rifiutò all'ultimo momento preferendole brani classici in abbinamenti che all'epoca si sarebbero definiti audaci, ma che oggi nessuno potrebbe immaginare se non legati a quelle impagabili sequenze: "Il Bel Danubio Blu" di Johann Strauss Jr. con la stazione orbitante a gravità zero, l'Adagio da "Gayaneh" di Kachaturian a descrivere lo stato d'animo e la solitudine immensa del protagonista abbandonato al suo destino, "Lux Aeterna" dell'amato Ligeti (la cui produzione tornerà a "saccheggiare" per "Shining" e "Eyes Wide Shut") e soprattutto quell'incipit dal "Così Parlò Zarathustra" di Richard Strauss usato come leitmotiv, totem e marchio dell'opera imprescindibile. [FB]

 

DI B. BOZZETTO, ANIMAZIONE, ITALIA, 1968, 80', 2.35:1, VOTO: 8