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COMIC THRILLER DRAMA |
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"il primo vero fanta-horror della storia" |
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Captato un segnale radio proveniente da un pianeta lontano, due astronavi lo raggiungono. L'ammaraggio è "di emergenza", tant'è che tutto l'equipaggio pare soggiogato da una forza oscura che spinge gli uni contro gli altri. Dopo che si seppelliscono i primi cadaveri, ci si accorge che -forse- non sono affatto ancora morti... Ma quale ALIEN ..! Il primo vero fanta-horror della storia è "Terrore nello Spazio" del nostro Mario Bava! Ben ventidue anni prima, le analogie sono incredibili: il "radiofaro" che si credeva un SOS e che si rivela (cit) "una minaccia", la natura del pianeta poco ospitale (dove la erano tempeste violente, qui è un'atmosfera nebbiosa e fumosa, retaggio del magma che scorre in superficie) il ritrovamento dell'astronave aliena che li aveva preceduti qualche migliaio di anni prima (la foggia della nave di cartone: chiaramente un modellino, è davvero simile a quella del film di Scott-'O Bannon) la natura gigantesca di questi altri naufraghi come loro, gli "abitanti del pianeta" come "parassiti" (si usa proprio questo termine!) che usano i corpi che ospitano. Ancora: la corsa contro il tempo per impedire una probabile devastante "colonizzazione". Niente male, eh? Giungerà qui, inoltre, un finale con un colpo di scena davvero sorprendente e rivoluzionario, con un rovesciamento prospettico avanti di molti anni. La sequenza dei "ritornanti", in quanto a terrore evocato, è solo seconda all'analoga nello ZEDER di Avati (ralenti, dalla medesima potenza perturbante). Il fascino vintage con lucine colorare a profusione, le acconciature pazzesche delle tipe (tutte bone, comunque) un abuso di zoom (anche se Tarantino non ne avrà mai abbastanza a ringraziare) non si farebbero pesare più di tanto, così i caschi da motociclisti sull'astronave (!) ma è il ritmo la bestia nera di questo lavoro comunque imprescindibile per i fan del genere. Alberto Bevilacqua co-sceneggia. [FB] |
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DI M. BAVA, CON B. SULLIVAN, N. BENGELL, A. ARANDA, FANTASCIENZA, ITALIA, 1965, 85', 1.85:1 |