F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





<        1 9 4 0        1 9 4 1        1 9 4 2        1 9 4 3        1 9 4 4       1 9 4 5        1 9 4 6        1 9 4 7        1 9 4 8        1 9 4 9        >

●● ½

GILDA
IO TI SALVERò
ROMA CITTà APERTA




*

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

"la mano di Powell è sempre validissima, ma la storia scade un po' nel facile sentimentalismo"

Venticinquenne, ha il babbo banchiere, al quale comunica che ha deciso di sposarsi su di un'isola scozzese di proprietà del promesso sposo: molto più grande di lei. Giunta in prossimità del luogo, è costretta a fare spola in un'altra isoletta per le condizione avverse: prima una tempesta, poi la nebbia, poia il Maestrale... "So Dove Vado" denota un Michael Powell (in coppia con il fedele Emerich Pressburger) ancora orientato verso una narrazione alla Frank Capra. Prendasi l'intro dove la voce over ci illustra la storia della protagonisa, dall'inizio, addirittura da quando ancora gattonava. "A 25 anni è ora una donna, ma una cosa è sempre la stessa in lei: sa dove vuole andare". Ecco dunque spiegato il significato del titolo. Siamo sulle coordinate delle commedie brillanti del periodo, ma vi è innestato un elemento mysterico costituito dal vecchio maniero e nella "maledizione" di cui le parla il tizio che incontra al suo arrivo (che colpirebbe tutti gli appartamenti della famiglia del promesso sposo: varcarne la soglia comporterebbe gravi rischi!) mentre è in attesa dell'arrivo del fidanzato. Il luogo dov'è costretta a scendere è nebbioso e decisamente lugubre, il gaelico è una lingua dura, e i villici pittoreschi: la cacciatrice con i bracchi che le domanda subito: "lei sa squoiare i conigli?" e l'uomo distinto che è sempre in attesa che torni la sua aquila perduta (!) e il piacevole comandante del battello lì sbarcato con lei. L'inconveniente la porterà a pensare come forse non stia facendo veramente la cosa giusta per lei. Dal momento che pregare pare non sortire l'effetto voluto, continua ad affidare al "Signore" le sue sorti. Le buone premesse ci sono tutte, ma si finisce con lo scadere un po' nel facile sentimentalismo, nonostante la mano del cineasta inglese sia sempre validissima, vedasi il tentativo di sfidare la furia degli elementi in mare e il gorgo che tutto inghiotte. [FB]

[I KNOW WHERE I'M GOING!] DI M. POWELL, CON W. HILLER, R. LEVESEY, SENT, UK, 1945, 88', 1.35:1