F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





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IL BUONO BRUTTO E IL CATTIVO
L'ARMATA BRANCALEONE
FAHRENHEIT 451
UCCELLACCI E UCCELLINI
OPERAZIONE PAURA
BLOW-UP

IL SIPARIO STRAPPATO
VIAGGIO ALLUCINANTE
PERSONA

LA BATTAGLIA DI ALGERI
CUL DE SAC
LA CACCIA

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"innocua sciocchezzuola di un Dino Risi poco ispirato, oggi molto datata"

 

 

Con finanziatori americani, e con il benestare di un detenuto illustre, una banda di cialtroni capitanata da un bel gagà di Napoli, si vuole rapinare il tesoro di San Gennaro: 30 miliardi in gioielli e regalie dei reali del tempo che fu. Il diabolico piano prevede di approfittare della concomitanza del seguitissimo festival canoro... Una galleria di personaggi pittoreschi poco azzeccata (a parte lo scemone di Mario Adorf, gli altri non si ricordano) e un protagonista, interpretato da un Nino Manfredi non troppo simpatico nel ruolo del tombeur de femme (la fidanzata è Claudine Auger, che lui prende puntualmente a schiaffoni) seppur intenzionato a "investire" il maltolto nella sua città ("voglio far fruttare l'oro di San Gennaro!") e una Senta Berger bella senz'anima che prende il sole con i tacchi. L'unico momento che cattura quel minimo interesse è la sequenza del distacco della luce nelle fogne, per il resto è tutto un luogo comune sulla città partenopea, con canzoni cantate da tenori che partono "à la cazzo" (mi scuso per il francesismo) un Totò già vecchio e affaticato, cozze e pummarola, mandolini e tarantelle. Chiaramete si vorrebero replicare i fasti de  I SOLITI IGNOTI  ma gli anni che separano "Operazione San Gennaro" al capolavoro di Monicelli non sono pochi, in un'epoca dove quindici anni erano gli equivalenti degli attuali 50 (la percezione del tempo deve essere mutata parecchio, evidentemente). E in un cameo troviamo anche Pisacane, che con la presenza iconica del principe De Curtis non fa che confermare come le alte mire dei produttori siano oltremodo naufragate. L'insieme dei luoghi comuni su Napoli non fanno più parte del nuovo millennio, sostituiti da pistole, fucili mitragliatori e quartieri periferici popolari popolati da camorristi. Inoltre il finale, con i "nostri" stangati dai finanziatori è molto più che prevedibile. Un classico che con i produttori stranieri non si produca mai il meglio. [FB]

 

DI D. RISI, CON N. MANFRDI, S. BERGER, TOTò, M. ADORF, COMMEDIA, ITALIA, 1966, 98', 1.85:1