F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





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UNA VITA DIFFICILE
IL FEDERALE
LA CARICA DEI 101
IL VIGILE
CRIMEN
FANTASMI A ROMA
SUSPENSE
IL POZZO E IL PENDOLO
LO SPACCONE
COLAZIONE DA TIFFANY
ACCATTONE
I DUE VOLTI DELLA VENDETTA

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"un momento di ilarità assoluta giustica un film con gag da avanspettacolo?"

 

 

Un truffatore, spalleggiato da un aiutante (che prende sempre la commissione, il 10%) rifila bidoni a destra e manca solo per pagare la cara retta del collegio della figlia. Il commissario suo vecchio amico d'infanzia, spesso chiude un occhio, ma le cose si complicano quando il figlio di questi legherà con la figlia dell'altro... La sottovicenda sentimentale della "figlia" di Totò in "Totòtruffa '62" è talmente appiccicata con lo sputo, a differenza di quanto accadeva in  TOTò, PEPPINO E LA MALAFEMMINA  dove invece costituiva proprio il MacGuffin della storia, che, a ripensarlo oggi con gli occhi opportunamente smaliziati, viene quasi tenerezza. Per il resto, al di la della celebratissima "trovata" della vendita della Fontana di Trevi che ha consegnato il film all'immortalità, ci troviamo dalle parti di  VIENI AVANTI CRETINO  ma non quello di Banfi, quello dei fratelli De Rege. Vi troviamo un Nino Taranto scatenato che mette in mostra le doti da trasformista, seguito da Totò, per l'occasione persino vestito da donna (classico dell'avanspettacolo dozzinale). Senza trascurare il travestimento da Fidel Castro (e consorte) per non dare nell'occhio (!) e passare inosservati di fronte all'amico commissario (Ernesto Calindri). Sorvolando sulla storiellina all'interno, che fornisce solo il pretesto ad una sgallettata bionda e ben fatta (tale Estella Blain, di nazionalità francese, che solo i catecumeni di Jesus Franco ricorderanno in  MISS MUERTE  di qualche anno più tardi) per una serie di tremende canzonette (un chacha ripetuto a sfinimento, per vendere il 45 giri s'intende) e alcuni personaggi di contorno a livello macchietta (l'insopportabile Oreste Lionello, totalmente fuori parte nel ruolo di lumacone) il film contiene almeno un momento di ilarità assoluta: Totò che si spaccia per ambasciatore africano. Al telefono, arrischiando lo swahili: "pronto? casa Bubu? M'butu. Butu? No, no, non buttare via niente tu". [FB]

 

DI C. MASTROCINQUE, CON TOTò, N. TARANTO, E. CALINDRI, E. BLAIN,  COMICO, ITALIA, 1961, 102', 1.85:1