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"il film di ripiego di un regista protestato dalla Marvel è un horror dignitoso"

 

 

Un ragazzino vittima di bullismo ha un 'protettore' che lo difende. Molto cambia quando questo scompare nel nulla, forse pure lui vittima come altri quattro prima, di un serial killer noto come 'Il Rapace'. La sorellina è una sensitiva e fa strani sogni. La situazione precipita quando entrerà lui stesso nelle mire del mostro... Scott Derrickson avrebbe dovuto dirigere l'ultimo Doc Strange, poi passato (per nostro sommo gaudio) al sommo Sam Raimi. In verità il primo capitolo sul 'mago' dell'MCU non era niente male, riflesso dell'autorialità che comunque, con le debite proporzioni, gli è comunque prorpria. Il progetto sul quale il regista protestato dalla Marvel (per "divergenze artistiche" si era letto) è questo "Black Phone", horror di tutto rispetto che pur non inventandosi nulla di clamoroamente nuovo, gode di una messinscena efficace con una tensione che parte piano, quasi sottotono, per poi crescere sino a un climax niente male nel finale. La partenza è quello di un thriller a suo modo classico, ma che si staglia sullo sfondo di una vicenda molto più terra terra, qual è la situazione che vede il giovane protagonista oggetto di pesanti atti di bullismo da parte di alcuni coetanei. Bullismo... sarà per questo che la storia è ambientata negli anni '80? O forse per giustificare la presenza del vecchio telefono a gettoniera attaccato alla parete sudicia dello scantinato dove il 'mostro' Ethan Hawke (mascherato praticamente per tutta la storia) tiene prigioniere le giovani vittime, per una sorta di periodo di attesa che prelude a qualcosa di terribile. In ogni caso, al di là di certe pretestuosità, e trascurando una esagerata desaturazione del chrome della pellicola (quasi a conferirne un aspetto da super 8, forse in ricordo del lavoro che lanciò il regista ovvero  SINISTER  dov'era pure Hawke)  . [FB]

 

[ID] di S. DERRICKSON, CON E. HAWKE, THRILLER, USA, 2022, 100' , 2.10:1