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FRANKENSTEIN
DRACULA
LUCI DELLA CITTà




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COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
 

"la poetica di Chaplin c'è già tutta, ma il limite sta nel suo essere ancora un insieme di comiche"

 

 

Un vagabondo fa la conoscenza di una fioraia non vedente, che lo scambia per un vero signore, non solo nei modi garbati che anche gli apparterrebbero. Fortuna vuole che, salvando la vita ad un milionario, questi gli assicuri un po' di quel tanto per reggere il suo giuoco. Quando il cordone della borsa si richiude, il Nostro si ritroverà su di un ring in cerca di quella borsa necessaria per risolvere i problemi di salute dell'innamorata... "Commedia in pantomina" (come si legge nei titoli) ancora relegata al periodo del muto, per un Charlie Chaplin alla svolta artistica importante. "Luci della Città" è infatti il titolo che l'ha proiettato davvero nel firmamento del cinema mondiale, e il primo dove l'arte dell'uomo di spettacolo emerge chiara in ogni suo aspetto: dalla messinscena alla cura delle musiche. "La Violetera", per intenderci, estrapolata dalla colonna sonora da lui redatta, vivrà di vita e notorietà propria, pur restando indissolubilmente legata al suo contesto filmico. La "violetera" è infatti il personaggio interpretato da Virginia Cherril, la non-vedente che fa perdere la testa al vagabondo, Charlot. Nonostante gli incesi e gli hosanna che vogliono per forza il film "un capolavoro", siamo ancora troppo dalle parti della mera comica e la storia è poca cosa, per lo più un pretesto per dare briglia sciolta all'istrionismo del Chaplin attore. Così, se dal salvataggio di un suicida (harry Myers) finisce con l'essere lui il "salvato", gag a ruota libera con la cieca (che gli riaggomitola il maglione) e ancora la cena a base di... stelle filanti e fischietti (!) tra frizzi e lazzi, lo spettacolo in un primo tempo abbastanza scoppiettante, rischia prematuramente di afflosciarsi e con esso se ne va un po' la buona predisposizione dello spettatore odierno, abituato a ben altri ritmi, seppur riconoscendo al film una sua indubbia vena poetica. Forse parrà una bestemmia, ma a mio parere, Chaplin farà molto meglio in  TEMPI MODERNI  [FB]

 

[CITY LIGHTS] DI E CON C. CHAPLIN, CON V. CHERRIL, h. myers, COMICO/SENTIM, USA, 1931, 117', 1.33:1