F A B I O B O R E L L I  H O M E                        R E C E N S I O N I C I N E M A                         T E M P O L I B E R O B I K E





<        1 9 3 0        1 9 3 1        1 9 3 2        1 9 3 3        1 9 3 4       1 9 3 5        1 9 3 6        1 9 3 7        1 9 3 8        1 9 3 9        >

 

 








FRANKENSTEIN
DRACULA
LUCI DELLA CITTà




*

COMIC THRILLER DRAMA

T R A I L E R

   
     

 

Dal romanzo di Mary Shelley: il dottor Frankenstein, uscito dall'università, aiutato dal fido Fritz, caldeggia il sogno dell'immortalità fra carrucole, bobine Tesla e cadavere sottratti a brani dai cimiteri e cuciti assieme. La sua creatura non gli sarà per nulla riconoscente e l'averne fatto un infelice farà di questi il vero "mostro"... Film leggendario. Boris Karloff è la Creatura e oltre alla sua bravura deve una parte della celebrità che la pellicola gli ha donato agli artigiani che nel '31 sono riusciti ad inventarsi una maschera tragica di tale portata, in grado di spaventare e al contempo far provare compassione allo spettatore. Il "mostro" si ribella perché torturato dal laido servitore del dottor Frankenstein e perché da quest'ultimo costretto alla segregazione prima e ad un tentativo di vivisezione poi. Memorabili l'incontro con la bambina (nel suo fatale esito) ed il finale al mulino cinto d'assedio dalla folla inferocita armata di fiaccole e forconi nella sempre (ahimé) attuale frequente degenerazione nella giustizia privata  contro il "diverso". Scenografie lugubri, ladri di cadaveri (e di cervelli) e horror vacui a restituire tutta la fascinazione per il fantastico che ruota attorno alle ambizioni di un uomo che volle farsi dio. Parodiato a suo modo genialmente da Mel Brooks prima di impazzire (vorrei vedere chiunque, dopo aver lavorato con Greggio: senza tema di smentita, "il peggior regista della storia dopo Ed Wood") favorendo sproloqui sul fatto che "Frankenstein Jr" avesse in qualche modo "ucciso" il suo modello, il film di James Whale ha l'unica colpa di non avere rispettato il finale del romanzo dal quale è tratto, tanto che l'epilogo si rivela debole proprio nel suo stemperare la scena emotivamente più forte che l'ha preceduta. Anche se l'immagine più potente di tutto il film, resta la "Morte in processione" rappresentata da un padre disperato con il suo innocente fardello: inattesa ospite alla festa al villaggio. [FB]

 

[ID] DI J. WHALE, CON B. KARLOFF E C. CLIVE, FANTASTICO, USA, 1931, 71', 1.33:1, VOTO: 8