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Fuochi sul Vitìm, enigmatici
Fu così che io m'incuriosii
Spinsi sugli sci sino a che fui lì
Giunto all'altra riva fu così che incontrai
Vladimir come lupo grigio del
Vitìm
E ascoltai Vladimir dalla voce roca e fu così
Che realizzai come il fuggiasco era cacciato
Nonostante la natura predatrice già accerchiato
Azzeccando un varco in me ora
auspicava
Un'alleanza ed abbozzava a zig-zag quasi
Passi di una danza di un trepàk...
E' così che nel viavai un corrosivo
diversivo
Ritardava la cattura immantinente x inciso
Assegnava a quei burocrati solerti
Le retoriche parole rivestite di figure
Allegoriche:
l'iperbole del lupo del Vitìm
Sfuggiva dalle spie e kgb
Seguitai d'intesa sì, e a pié
sospinto lo seguii
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Riguardai Vdmr svelto lupo
grigio del Vitìm
Lo fissai Vdmr dentro
agli occhi scuri e fu
Così che mi scoprii di una pelliccia ammantato
Per difendermi dal freddo
siberiano ben
Conciato, appurai che per poter portar la pelle
A casa con audacia di seguirlo a zig-zag non
Restava scelta, a Dacia Pasternàk...
Ne trovai di altri qui, di altri cani sciolti
Del Vitìm, nel viavai Vdmr già l'avevo perso
E fu così che io capii che c'è un potere che li
Teme, che li osteggia se
forieri di munifico
Sapere, assorpirne l'operato con ridicole
Censure, pretestuose nel mostrare quelle
Inutili premure non fa altro
che mostrare
Debolezza nel sistema se la
preda si fa umana
Ribaltando l'anatema, ah la penna incide
Ancora più tagliente di una spada e la mano
A zig-zag sulle corde di chitarra, di un
trepàk |
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